Sorrido tutte le volte quando mi sento dire dai novizi (e non solo, a dire il vero) che “ho appena comprato una pipa artigianale” oppure “ho 3 pipe industriali e 5 artigianali”, quasi ad avvalorare il loro parco-pipe e la loro capacità di discernere tra una pipa dozzinale e una, invece, di indubbia qualità.
Purtroppo con quella frase mi danno la chiara conferma di essere ancora alle prime armi e di non avere la più pallida idea di come avvenga la produzione delle pipe e di quello che rende un pezzo dozzinale oppure d'elite.
Nell'epoca, diciamo, “moderna” siamo abituati a concepire la produzione artigianale come migliore rispetto a quella industriale: da quella alimentare a quella sartoriale è spesso così. Purtroppo, invece, quella piparia ha un percorso tutto personale che, come al solito, massacra senza pietà qualunque tipo di regola di mercato e di marketing.
Spero, con questo mio 'saggio' brevissimo, di dissipare definitivamente i dubbi in merito e di chiarire quali sono i criteri di valutazione di una pipa/marchio e perché non si può traslare certi concetti delle produzioni moderne alla pipa. Ci proviamo?
Sarò estremamente semplice perché desidero che questo concetto sia più che chiaro a chiunque.